giovedì 31 dicembre 2015

Serve una Class Action nei confronti di ACTV per il rispetto del diritto alla mobilità dei residenti e delle attività commerciali di Torcello?


Il 30 dicembre a causa della non regolamentazione dei flussi turistici e degli errori progettuali del Pontile di Burano che non selezionano i flussi per le diverse destinazioni era impossibile muoversi al Pontile di Burano i passeggeri in transito per Torcello non potevano accedere al vaporetto. Questa situazione si ripete oramai da troppo tempo. Appena vi è un afflusso straordinario di passeggeri il pontile si blocca. 


Si pone rimedio costruendo il terzo pontile che deve essere collegato alla stazione principale oppure in alternativa si elimina la linea 9 ripristinando il servizio Linea 12 con fermata a Torcello. A partire dalle 18.15 il passeggero che deve andare a Torcello proveniente da Venezia o Treporti deve aspettare al pontile di Burano dalle 18.22 alle 18.40 ben 18 minuti in balia dell'umidità, allungando di fatto il viaggio a 65 minuti contro i 39 minuti del vaporetto linea 12 Venezia-Torcello delle 20.40 Sono anni che ACTV fa della sperimentazione sulla tratta verso Torcello. L'arcipelago di isole Mazzorbo Burano Torcello è una risorsa della città di Venezia e quindi è anche patrimonio dell'ACTV va servito con lo stesso diritto alla mobilità che si serve un qualsiasi cliente del comune di Venezia. Con il perdurare di questi errori di programmazione imputabili al dirigente addetto alla programmazione dell'orario ACTV sono stati azzerati i flussi turistici verso Torcello e con la conseguente diminuzione dei flussi turistici verso Torcello siamo alla chiusura invernale delle attività commerciali. In caso di esposto alla magistratura qualora si dimostrasse l'interesse privato in atti pubblici e la dimostrazione delle inefficienze che si ripetono da decenni sono a favore di questa tesi possono essere avviate delle richieste di risarcimento milionarie per mancati guadagni. E' spiacevole dovere arrivare a questo tipo di considerazione ma sembra che una Class Action di tutte le attività commerciali di Torcello nei confronti di ACTV sia l'unica via perseguibile per dare ai residenti ai proprietari di attività sull'isola un orario ACTV con lo stesso diritto alla mobilità degli abitanti e proprietari di attività di Burano e Mazzorbo, appartenenti allo stesso comune di Venezia.

venerdì 18 dicembre 2015

Teatro delle Fondamente Nuove compagnia Fabula Saltica in Ballades

Ieri sera nel teatro delle Fondamente Nuove http://www.teatrofondamentanuove.it




a Venezia, era palpabile la grande professionalità del coreografo Claudio Ronda http://www.fabulasaltica.com/CLAUDIO.htm



che ha portato in scena un bellissimo racconto musicato mosso dai bravissimi danzatori della compagnia Fabula Saltica http://www.fabulasaltica.com




una rivisitazione delle antiche Ballades



che calca i teatri nazionali ed internazionali da ormai 8 anni. E' stato un spettacolo bellissimo con musiche e coreografie originali che sono state illuminate da un sapiente gioco di luci...fantastico, grazie Claudio.


domenica 6 dicembre 2015

Intervista a Geo & Geo in onda il 7 gennaio 2016 sulla bellezza dell'arcipelago della Laguna Nord Torcello, Burano Mazzorbo

Intervista a Geo&Geo in onda il 7 gennaio




1)  Tu hai cominciato il tuo percorso formativo laureandoti in pianificazione territoriale urbanistica e facendo poi l’urbanista. Ora vivi a Torcello difendendo questo territorio con i prodotti che offre e dedicandoti alla sua riqualificazione. Come è avvenuto questo passaggio?

Avere fatto l'urbanista mi ha permesso di conoscere molto da vicino le città e i suoi territori e le dinamiche che s'instaurano tra il territorio e i suoi abitanti. Vivendo a Torcello grazie alla frequentazione dei miei zii che ci vivevano e negli anni in cui frequentavo l'università ho avuto modo di capire prima degli altri come il territorio è espressione della cultura del luogo. E' me ne sono innamorato.


2)  La tua scelta di vivere a Torcello è anche una scelta di vivere in solitudine: cosa hai trovato nella natura dell’isola che ti ha “catturato” a tal punto?

Non ho scelto io di vivere da solo, ma sono le dinamiche dovute ad una programmazione sbagliata del comune di Venezia che hanno portato lentamente all'abbandono di Venezia e delle sue isole.
Torcello è un microcosmo dove ci sono 15 case e 50 ettari di terreni oramai poco agricoli ma soprattutto terreni incolti ed abbandonati, le parti più belle sono quelle che si affacciano sull'acqua che sono quasi tutte private o se pubbliche completamente abbandonate e piene di rovi, ma da queste rive c'è sempre l'affaccio sulle velme e barene che hanno modellato il paesaggio lagunare, che ogni 6 ore cambia con il salire e scendere della marea, questo è un paesaggio assolutamente fantastico che trasmette una grande serenità.


3)  Coltivi da solo 98 diversi tipi di piante…per esempio?
 Il giuggiolo, il melo e pero cotogno con cui produco marmellate e cotognata o che metto sotto conserva. 7 varietà di pesche, il melo il ficco bianco e nero, il carciofo, il rosmarino, la salvia, l'alloro, la lavanda, le noci, le nocciole , i cardi, i cachi, il gelso con il quale sono stati alimentati i bacchi da seta e da qualche anno è ripartita la produzione di seta nel nord est che era completamente scomparsa a causa di un componente di un antiparassitario che veniva utilizzato nella produzione delle mele.

4)  Qual è la difficoltà più grande per chi resta da solo a prendersi cura di un territorio, a coltivare i suoi prodotti, investendo in questa azione gran parte della sua vita?

Ho avuto la fortuna di ereditare la casa dove vivo e nella casa ho raccolto l'opera dei miei zii che vi avevano precedentemente vissuto. Quando ho deciso di accettare l'eredità da subito mi è stato chiaro che per raccontare il loro lavoro, bisogna anche raccontare e vivere il loro intorno che è fatto di terreni agricoli, quindi per essere credibile nel raccontare la bellezza ...bisognava viverla, la difficoltà sta nel condividere la comprensione della bellezza del luogo dove si vive…. è chiaro che bisogna anche saperla riconoscere...

5)  Questi sono tutti prodotti tipici di Torcello e del tuo orto… ce li racconti?
ALLESTIMENTO: ZUCCHE, MELE, NOCI, NOCCIOLE, RADICCHIO, CARDI, CACHI, CONSERVE, ROSMARINO, SALE GROSSO, FOGLIE DI GELSO, STATUETTE, SETE

Vediamoli assieme e magari possiamo scoprire anche qualche ricetta...

6)  Tu non coltivi in serra. Perché?

Nel 2010 ho presentato un progetto di ampliamento della casa e anche un progetto di serra in vetro, rispettoso dell'ambiente che fosse anche bello da un  punto di vista estetico, sto aspettando che l'ufficio edilizia del comune di Venezia, faccia il suo lavoro. Avrei potuto costruire una serra di plastica ma vivere contornati da un ambiente paesaggisticamente eccezionale comporta degli obblighi morali nel mantenere l’alto livello di bellezza  che fa a pugni con la serra di plastica.

7)  Queste sono conserve realizzate con prodotti che crescono e vengono coltivati nelle altre isole della Laguna. Qual è lo stato dell’agricoltura nelle altre isole? (agricoltura “relittuale” – progetti per la riqualificazione)

Farei parlare Gabriele Perenzin che mi accompagna che si sta occupando di un progetto di cooperativa agricola in laguna di Venezia che ricupera le realtà agricole lagunari, mettendole assieme in un progetto di produzioni agricole, ha appena prodotto l’olio di oliva dalle olive dell’isola delle Rose.

8)  Cosa rappresentano queste statuette create da tuo zio Lucio Andrich? E le sete?



I menadas o anche zattieri cono quelli uomini che creavano delle grandi zattere con i tronchi d’albero e poi armati di grandi pertiche salivano sulle zattere per guidare e accompagnare i tronchi d’albero fino a venezia, dove sarebbero stati utilizzati a seconda della qualità come fondazione per la città oppure come materia prima nella costruzione delle galere dell’antica repubblica di Venezia.
Le sete invece è la sintesi del lavoro di sperimentazione che Lucio Andrich e e sua moglie Clementina De Luca hanno elaborato in tanti anni di lavoro nel campo artistico nella loro casa sull’isola di Torcello. Il lavoro è iniziato prima con la grafica sulle incisioni per poi evolversi attraverso i materiali che sono stati utilizzati a Torcello e che oggi sono appannaggio di Murano… come il vetro. Ecco qui si può vedere come la sovrapposizione di diversi livelli di seta e la successiva sottrazione di tessuto permette se messo in trasparenza davanti ad una fonte luminosa fare vedere di un unico lavoro 4 immagini diverse davanti, in trasparenza, dietro e in trasparenza.


9)  Oltre al territorio custodisci la casa- museo di tuo zio Lucio Andrich che hai ereditato insieme alle opere d’arte che contiene: possono visitarla i turisti?

La casa d’artista Lucio Andrich è aperta tutti i giorni con visite guidate ad orari fissi, di mattina alle 10.30 – 11.30 e di pomeriggio alle 14.30. – 15.30 -16.30 - 17.30 la visita si prenota sul portale del comune di Venezia, Veneziaunica in modo che l’esperienza di visita in italiano francese ed inglese sia per un massimo di 20 persone alla volta dove viene spiegato come nasce la laguna da un punto di vista idrogeologico e come evolve il storicamente l’abitato di Altino poi l’arcipelago di Torcello, Burano e Mazzorbo per giungere a Venezia, infine vi è la visita alla collezione Andrich che per permette di conoscere attraverso i pezzi prodotti l’effervescenza dell’arte negli anni ‘50 ‘60 ‘70 ‘80 a Venezia.


10)               Come riesci a rendere percepibile ai turisti il nesso arte-natura che è alla base di ogni opera di Lucio Andrich?

Attraverso l’osservazione dell’armonia del paesaggio e il racconto dell’intorno senza essere assillati dalla fretta e dai troppi visitatori.
Le finestre di casa che si affacciano sugli orti e sulla laguna sono a loro volta considerate dei quadri ed è la continuità  di armonia tra il dentro e il fuori che si respira nella casa d’artista sono una fonte d’inspirazione e di bellezza che s’ascrive nel solco della cultura italiana che ha reso mondialmente nota l’Italia come il Belpaese.

11)               Come te anche Ernest Hemingway rimase affascinato da Torcello tanto che si stabilì per un periodo sull’isola dalla quale ha tratto ispirazione per scrivere “Di là dal fiume e tra gli alberi”: da cosa è stato “rapito”, cosa lo ha fatto innamorare di questo posto .

Ernst nel suo libro fa fermare il colonello Cantwell  andando al fronte sul Piave, in località Noghera,  sul Ponte del fiume Dese che si trova vicino all’aeroporto di Venezia perché quella era l’unica strada che portava al fronte, scende dall’auto e guarda verso lo spettacolo che precede Venezia, la laguna e il campanile di Torcello e dice al suo autista Jackson …voglio andare lì e ci tornerà 1948 vivendo un amore controverso con la contessina Adriana Ivancic’ la Renata del libro.
Lui andava a pesca e a caccia proprio davanti a Casa nella Palude della Rosa, oggi in questa insenatura davanti a casa si fermano i Fenicotteri gli aironi cinerini i chiurli le anatre proprio perché è un posto ricco di cibo e tranquillità dove ci si abbevera alla sorgente della bellezza.



venerdì 27 novembre 2015

Torcello con Flamingo Art Media vince l'Oscar Green dell'Agricoltura 2015 e viene premiata a Milano Expo 2015







Nove residenti e un solo imprenditore agricoli rimasto a presidio dell’agricoltura di quell’isola che ha dato i natali a Venezia. Eccoci nel primo porto della laguna, dopo che Altino, la vera prima isola abitata, fu insabbiata. Gli abitanti si spostarono quindi a Torcello, per poi passare alla grande storia di Venezia.
Torcello non è stata mai completamente abbandonata, ma consumata sì. Qui oggi c’è Paolo a coltivare i carciofi e a preservare la casa museo, dove resistono le pitture e le opere di suo zio, l'artista Lucio Andrich. Poi un gruppo di giovani, quelli del ‘Flamingo art media’ che, insieme agli abitanti del posto, ai pescatori e a Coldiretti si dicono "malintenzionati" a combattere questa battaglia per difendere la storia e il presente di quest'isola. Partono dall'agricoltura e si tuffano nella narrazione video delle bellezze isolane, per fare sapere al mondo che qui si vuole continuare ad essere come si è sempre stati.
A Torcello non c’è né una farmacia, né un forno, la vita degli isolani è caratterizzata dall’acqua, sulla quale sembrano scivolare di continuo, di giorno e di notte, per raggiungere la terra ferma e trovare soluzione alla benché minima necessità. Tuttavia qui Hemingway scrisse ‘Al di là del fiume’, mentre Egidia Sartori, clavicembalista ha composto opere meravigliose, i fenicotteri trovano il loro rifugio e ogni tramonto la sua ninna nanna, prima di accoccolarsi nella notte.




venerdì 20 novembre 2015

Madonna della Salute a Venezia



La festa della Madonna della Salute è una festa religiosa istituita dalla Repubblica Veneta nel 1630 e osservata solennemente in tutto il territorio della Serenissima fino alla sua caduta. Ha luogo il 21 novembre e ancor oggi si celebra spontaneamente nella città di Venezia e in moltissime città e paesi dell'antica Repubblica, nell'Italia, in Istria e in Dalmazia. La Serenissima infatti, per permettere alle popolazioni distanti dalla Capitale di osservare la Festa, favorì la costruzione in tutta la Repubblica di santuari dedicati alla Madonna della Salute, che sono a tutt'oggi numerosissimi, anche in piccoli paesi, e molti di questi santuari sono ancor oggi, come a Venezia, meta di pellegrinaggi il 21 novembre. A Venezia il pellegrinaggio ha come meta la basilica di Santa Maria della Salute. Durante tutta la giornata, nella basilica, tenuta aperta senza interruzione, vengono celebrate in continuazione messe e rosari, con un afflusso continuo di fedeli. Per facilitare il pellegrinaggio, viene eretto sul Canal Grande un ponte provvisorio in legno che collega la punta della Dogana con Santa Maria del Giglio[1]. Nella città di Venezia il 21 novembre è ancor oggi giorno festivo anche agli effetti civili, grazie ad una fortuita coincidenza: il giorno del Santo Patrono di Venezia, San Marco, cade il 25 aprile, in cui la Repubblica Italiana celebra la Liberazione. In questi casi la legge consente che il Comune scelga un altro giorno per usufruire della festività patronale, e il Comune di Venezia ha scelto il giorno della Madonna della Salute.


Origini
La ricorrenza trae origine dalla grande epidemia di peste bubbonica che colpì tutto il nord Italia tra il 1630 e il 1631. Si tratta della stessa epidemia descritta anche da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi.
Il contagio si estese a Venezia in seguito all'arrivo di alcuni ambasciatori di Mantova, città già particolarmente colpita dall'epidemia, inviati a chiedere aiuti alla Repubblica di Venezia Gli ambasciatori furono alloggiati in quarantena nell'isola di San Servolo ma nonostante questa precauzione alcune maestranze entrate in contatto con gli ospiti subirono il contagio e diffusero il morbo nell'area cittadina. L'epidemia fu particolarmente virulenta: nel giro di poche settimane l'intera città venne colpita, con pesanti perdite tra gli abitanti e ne furono vittime lo stesso doge Nicolò Contarini e il patriarca Giovanni Tiepolo.
Nel momento culminante dell'epidemia, in assenza di altre soluzioni, il governo della Repubblica organizzò una processione di preghiera alla Madonna, a cui partecipò per tre giorni e per tre notti tutta la popolazione superstite. Il 22 ottobre 1630 il doge fece voto solenne di erigere un tempio votivo particolarmente grandioso e solenne se la città fosse sopravvissuta al morbo.
Poche settimane dopo la processione, l'epidemia subì prima un brusco rallentamento per poi lentamente regredire fino a estinguersi definitivamente nel novembre 1631. Il bilancio finale fu stimato in quasi 47.000 morti nel solo territorio cittadino (oltre un quarto della popolazione) e quasi 100.000 nel territorio del Dogado. Il governo decretò allora di ripetere ogni anno, in segno di ringraziamento, la processione in onore della Madonna denominata da allora della "Salute".
Il governo della Repubblica mantenne fede al voto, individuando nell'area della Dogana da Mar, oggetto di recenti demolizioni, la meta del pellegrinaggio nonché la sede del nuovo tempio votivo e indicendo subito il concorso per la costruzione della nuova chiesa. Il primo pellegrinaggio di ringraziamento avvenne il 28 novembre 1631, subito dopo la fine dell'epidemia.
Il concorso venne vinto da Baldassare Longhena con il suo progetto di un tempio barocco a struttura ottagonale sormontato da un'imponente cupola, ovvero l'attuale basilica di Santa Maria della Salute, che fu consacrata il 21 novembre 1687.
La ricorrenza è particolarmente sentita dalla popolazione veneziana. È tradizione, nel giorno della festa della Salute, consumare una pietanza a base di carne, la cosiddetta "castradina"


giovedì 12 novembre 2015

il vero Aceto Balsamico come quello dell'acetaia di Andrea Reggianini del 1803 è amico della Glicemia ottimo per i Diabetici




L'aceto è stato usato sin da tempi remoti non solo come condimento, ma anche a scopo medicinale. All’aceto, o meglio agli aceti, viste le tante varianti disponibili (di vino, balsamici, di frutta) sono state attribuite numerose proprietà: si dice, in particolare, che agiscano sulle riserve di «grasso», che siano antitumorali e utili per il controllo della glicemia. Ma mentre per i primi due effetti non ci sono sufficienti riscontri scientifici, sul controllo della glicemia esistono molti dati. A conferma, possiamo citare uno degli studi più recenti, pubblicato sul Diabetes Metabolism Journal.

Alcuni ricercatori dell'Università di Seul (Corea) hanno osservato, sia pure in animali da laboratorio, che quando questi venivano sottoposti a diete ad elevato contenuto di grassi, abbinate con aceto balsamico, si attenuavano gli effetti negativi dei grassi sulle cellule beta del pancreas, quelle che secernono insulina quando aumentano i livelli di glucosio nel sangue. In pratica, si potrebbe ipotizzare un effetto preventivo nei confronti del diabete, in quanto le cellule che producono insulina sarebbero meno esposte ai rischi di una dieta ricca di grassi. «In effetti — commenta Francesca Scazzina, ricercatrice del Dipartimento di scienze degli alimenti dell'Università di Parma — diversi studi hanno dimostrato la capacità dell'aceto di attenuare l'iperglicemia. L'ingrediente attivo è l'acido acetico, ma i meccanismi non sono ancora chiariti. Per esempio, si ipotizza che l'acido acetico possa rallentare lo svuotamento dello stomaco e inibire l'attività degli enzimi digestivi presenti nell'intestino tenue, limitando la completa digestione dell'amido e, quindi, l'assorbimento del glucosio. O potrebbe aumentare la captazione di glucosio da parte del tessuto muscolare, sottraendolo dal circolo. Questo effetto si è osservato sia in soggetti sani sia in diabetici. L'aspetto positivo è che per ottenere il beneficio dell’aceto ne basta la quantità che comunemente si aggiunge all'insalata».
Ci sono casi in cui con l’aceto conviene adottare qualche precauzione? «Vista l’acidità dell’aceto — dice Giulio Marchesini, responsabile Unità di Malattie del metabolismo e Dietetica clinica, Università di Bologna — può essere opportuno non abbondare quando si soffre di gastrite o di reflusso gastro-esofageo. Ma poche gocce di un buon aceto non sono un rischio per lo stomaco. E neppure per la linea, come dimostra il basso contenuto calorico dei vari tipi di aceto».

9 aprile 2013  dal Corriere Salute

mercoledì 4 novembre 2015

Torcello la voce dei suoi abitanti nell'intervista di Stefania Bolzan Raiveneto

Teresa Valleri, Alberto Barbierato, Domenico Rossi, Arrigo Cipriani i protagonisti dell'intervista a Torcello di Stefania Bolzan 

Guarda il videoIntervista di Stefania Bolzan agli abitanti di Torcello

Alla cortese attenzione della redazione Rai Veneto.

Grazie per il vostro contributo nel divulgare la bellezza dell'isola di Torcello. In tutti i servizi che quest'anno avete realizzato su l'isola di Torcello lo avete fatto con grande sensibilità e molta poesia. Si rimane incantati come avete saputo intervistare, riprendere e montare i servizi, complimenti, perché avete dato al grande pubblico una visione intima di una Torcello che solo chi si prepara seriamente riesce a comunicare. Il vostro è un grande contributo verso la salvaguardia di quest'isola che ha bisogno di essere tolta dal abbandono in cui è sprofondata e dalla mercificazione del tour laguna in cui è stata proiettata che la rende visitabile per soli 20 minuti. A Torcello ci si ferma per mezza giornata almeno, visitando le zona Monumentale delle chiese il Museo Archeologico e Casa Museo Andrich e godendo dell'enogastronomia locale che sa coniugare ospitalità e prodotti della laguna, voi siete riusciti ad elaborare un prodotto mediatico che va nella giusta direzione di una ricollocazione anche culturale- ambientale della sua immagine all'interno della riscoperta dell'antica origine della città di Venezia. 
Questo percorso di ricollocazione della percezione di Torcello è stato iniziato ancora nel lontano 2006 accompagnando i giornalisti del New York Times in giro per l'isola Torcello Offers a Refuge From the Tourist Crush








e spero che i vostri servizi focalizzino anche l'attenzione europea nel produrre un maggiore interesse sull'isola. 


A tutta la redazione che ha sostenuto lo sforzo di Stefania Bolzan, Paolo Colomban e Davide Baldan un grande grazie.

Cordialmente, dott. Paolo Andrich



martedì 3 novembre 2015

Torcello su Raitre 3 novembre 2015 ore 14.00

Torcello in queste giornate meravigliose è ancora protagonista su Raitre grazie al servizio di Stefania Bolzan  con Teresa, Alberto e Domenico


ma l'interesse continua ad aumentare la settimana scorsa era Filippo Bollani Concierge del Hotel Danieli a girare un video a Torcello e oggi era in visita al www.museoandrich.it, il nipote di Giuseppe Mazzariol, tutti a cercare quella pace e tranquillità che a Torcello è di casa....e questi sono i famosi ma quanti di non famosi scoprono questo Paradiso in terra ...che ci appartiene a tutti.

giovedì 29 ottobre 2015

Difendere Torcello per salvare Venezia


VENEZIA. Gli studiosi americani guardano Venezia come missione impossibile, o quasi. Ieri pomeriggio, nel corso del convegno «Salvare Venezia con l’archeologia», organizzato a Ca’ Dolfin dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con l’Università americana di Standford, la direttrice del Dipartimento di Archeologia Lynn Meskell, ha espresso preoccupazione nei confronti della città, a partire dal report dell’Unesco che potrebbe dichiarare Venezia patrimonio a rischio.
Standford sta collaborando da molti anni agli scavi di Torcello, coordinati dall’archeologo veneziano Diego Calaon, vincitore della prestigiosa borsa di studio Marie Curie. «Gli scavi di cui si parla» ha detto la docente «avrebbero un impatto nefasto ed è per questo che molti veneziani protestano. Sono loro che per primi hanno a che fare con i problemi della città che vede uno spopolamento continuo, ma un giro di business di alberghi da un miliardo l’anno. Tra le componenti naturali come l’innalzamento dei mari e l’intervento dell’uomo come le grandi navi, Venezia rischia di essere impossibile da salvaguardare».
Il tema del convegno era come il passato può influire nel futuro, a partire da un nuovo approccio archeologico che unisce antropologia ed ecologia, ricostruendo l’ambiente veneziano di secoli fa. Un ambiente che non distava molto dall’attuale dato che la laguna, grazie alla sua strategica posizione vicino al mare e alle isole rigogliose di alberi, rappresentava un luogo dove i ricchi investivano, senza pensare alle conseguenze.
«Salvare Torcello» ha detto l’assessora al Turismo Paola Mar «è salvare Venezia. L’amministrazione sta cercando di farlo con la disponibilità che ha, cercando prima di tutto di alzare le coscienze rispetto al problema del turismo». Il soprintendente Francesco Trovò, referente del sito Unesco «Venice and its Lagoon», ha detto che l’Unesco non ha soldi, ma non per questo non fa sentire la propria voce: «Con tutti i problemi che questa città ha» ha detto «dalle botteghe che chiudono ai vaporetti pieni, bisogna responsabilizzazione tutti perché nel corso degli anni si è visto


che di fronte ai soldi c’è un’incapacità cronica di avere una visione sostenibile e lo si vede dalla situazione attuale di grande emergenza». La soluzione? Incrementare i processi di coinvolgimento dei cittadini, gli unici che possono ancora salvare la laguna.
Vera Mantengoli





mercoledì 28 ottobre 2015

Collegamento Altino Museo Archeologico - isole della laguna Nord

Per il 2015, in via sperimentale, il servizio sarà a prenotazione obbligatoria e attivato con un minimo di n. 4 passeggeri.

per informazioni e prenotazioni:
Laguna Fla Group Srl - tel. +39.347.992.2959 - massimiliano.zane@alice.it

PROGRAMMA DI ESERCIZIO BURANO – ALTINO (LINEA A):
PARTENZE DA BURANO 08.00 10.20 16.05 18.25
ARRIVO AD ALTINO 09.09 11.29 17.14 19.34
PARTENZE DA ALTINO 09.10 11.30 17.15 19.35
ARRIVO A BURANO 10.19 12.39 18.24 20.44

PROGRAMMA DI ESERCIZIO PROLUNGAMENTO BURANO – S.FRANCESCO DEL DESERTO (LINEA B):
PARTENZE DA BURANO 14.40
ARRIVO A S. FRANCESCO DEL DESERTO 14.58
PARTENZE DA S. FRANCESCO DEL DESERTO 15.45

ARRIVO A BURANO 16.03

mercoledì 21 ottobre 2015

Workshop a Cà Dolfin 26 ottobre ore 16.00 - 19.00 Come può l’archeologia contribuire a salvaguardare la Laguna di Venezia?



Ca’ Foscari – Stanford Workshop
Torcello e Venezia, Archeologia, Patrimonio e Ambiente
Come può l’archeologia contribuire a salvaguardare la Laguna di Venezia?
The role of Archaeology and Heritage in Safeguarding the Venetian Lagoon
Dibattito aperto con i Cittadini
Lunedí 26 Ottobre, 16.00
Aula Magna Silvio Trentin, Ca’ Dolfin - Venezia
Temi
-Torcello e Venezia: Archeologia, Ambiente e Interazioni tra Uomo e Patrimonio
- Politiche di Conservazione e Promozione Culturale
- Archeologia Pubblica e Partecipata
- Turismo Culturale Sostenibile
- Laguna, Ecosistema e Sostenibilità
Organizzato da
Dipartimento Scienze Ambientali, Informatica e Statistica , Università Ca’ Foscari di Venezia
Stanford Archaeological Center, 
WOODS, Institute for Environment, Stanford, California, US
Programma:
Saluto Istituzionale
Michele Bugliesi, Rettore Università Ca’ Foscari
Keynote
Diego Calaon, Marie Skłodowska-Curie Fellow, Ca’ Foscari University – Stanford University
Partecipanti e Discussant
Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, delega alla Cultura
Paola Mar, Assesore al Turismo, Comune di Venezia 
Robert Dunbar, Stanford University, Stanford WOODS, Institute for Environment 
Antonio Marcomini, Universitá Ca’ Foscari Venezia, Direttore Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica 
Elisabetta Zendri, Universitá Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica
Fabio Pranovi, Universitá Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica
Krish Seetah, Stanford University, Department of Anthropology 
Lynn Meskell, Stanford University, Director of Stanford Archaeology Center, Department of Anthropology
Simonetta Bonomi, Soprintendente per i Beni Archeologici del Veneto 
Alessandro Asta, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto
Francesco Trovò, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per Venezia e Laguna, responsabile per il sito Unesco “Venice and its Lagoon”
Katia Basili, Comune di Venezia, responsabile per il sito Unesco “Venice and its Lagoon”
Gloria Vidali, Museo di Torcello, Città Metropolitana di Venezia
Lo studio del patrimonio archeologico veneziano offre opportunità uniche per riflettere sul significato identitario che intercorre tra l’attività di ricerca archeologica, le politiche di conservazione, le istanze ambientali, le necessità delle comunità locali e le attività economiche connesse con la promozione del patrimonio archeologico.
Venezia e la sua laguna rappresentano un sito eccezionale per lo studio e la valutazione delle dinamiche di interazione sociale tra passato e presente. La ricerca archeologica intorno a Torcello offre un’occasione per tracciare la ricostruzione storica delle relazioni tra uomo e ambiente e mettere in luce gli aspetti ecologici, percettivi e sociali nelle azioni di ricerca e promozione del patrimonio archeologico. Ogni giorno a Venezia migliaia di turisti sono incantati dalla bellezza dell’ambiente lagunare. Tale ambiente è completamente costruito dall’uomo: rive, canali, isole, riporti, bonifiche, barene. Non sempre chi vive, lavora e investe in questi spazi riesce a comprendere appieno le profonde interdipendenze tra archeologia, ambiente e spazi culturali. Si tratta di un ecosistema complesso, e allo stesso tempo molto fragile sottoposto a una rilevante pressione turistica.
Un approccio alla storia di tipo antropologico e ambientale vuole evidenziare il rapporto tra la società del presente, in piena tumultuosa trasformazione, e l’effettiva tensione verso la riappropriazione (o meno) di tale passato. L’economia dell’area intorno a Torcello è oggi garantita da cittadini che vivono “vendendo” la bellezza e l’unicità della memoria del passato. Fare archeologia, dunque, e progettarne il suo uso pubblico, pianificandone la conservazione e la valorizzazione, riveste un valore sociale, economico e politico di assoluto rilievo.
Il dibattito intorno all’Archeologia Partecipata non può prescindere da un confronto con gli strumenti politici ed economici presenti nel territorio e necessari per coniugare le esigenze della ricerca accademica con la conservazione e tutela dei siti e con le esigenze delle comunità locali.

Venezia sta affondando? Come dovremmo costruire futuri progetti archeologici per proteggere il patrimonio sepolto? Forse Venezia non sta davvero affondando: l’archeologia ci mostra che tale fenomeno non è nuovo del nostro secolo. Verosimilmente l’idea post-romantica di una splendida città museo, e la necessità di conservarne la bellezza così com’è, come se fosse in una teca di un museo, ci costringe a riconsiderare le modalità con cui dobbiamo programmare la ricerca archeologica. Come uomini del 20º del 21º secolo abbiamo deciso che desideriamo conservare Venezia così com’è, anzi così com’era nel passato. Abbiamo, di fatto, smesso di “ri-alzare” Venezia, e l’abbiamo posta sotto una teca di vetro.

venerdì 16 ottobre 2015

E' cambiato il vento su Venezia e Torcello è già un passo avanti come laboratorio di novità...

(ANSA) - VENEZIA, 16 OTT - "Il Governo é pronto a fare la propria parte perché Venezia sia ciò che deve non solo per i veneziani ma per il mondo intero". Lo ha detto il premier Matteo Renzi, parlando a Venezia all'inaugurazione di un nuovo campus universitario. "L'Italia é una super-potenza culturale - ha aggiunto - e in questo senso Venezia é un pezzo del futuro del Paese. Non immaginatela semplicemente come un museo a cielo aperto da coltivare, coccolare e apprezzare, ma poi da riempire

con i ricordi e non con i progetti". (ANSA).



GLI ABITANTI DI TORCELLO PROTAGONISTI DI “STUDIOAPERTO LIFE” DOMANI SERA ALLE 19.00 SU ITALIA1


16 ottobre 2015 - Dopo l'Oscar Green assegnato da Coldiretti al progetto Habitat di Flamingo Art Media per il film documentario su Torcello, l'atmosfera nell'isola è cambiata. Il solito via vai di turisti frettolosi è rimasto, ma tra gli abitanti si vive un'insolita effervescenza grazie all'obiettivo comune di diffondere la bellezza del posto con uno spirito di rinnovata collaborazione. L’attenzione mediatica per questa oasi lagunare è aumentata ogni giorno telecamere e giornalisti sono in giro per interviste e riprendere immagini. Anche la troupe di Studio Aperto Life, guidata dalla giornalista Alessandra Vieri,è rimasta affascinata dalla storia di Paolo Andrich, l’agricustode di questo luogo incantato, dove non c'è una farmacia, né un forno. Ruota intorno a lui e alla piccola comunità composta da appena 9 residenti, la puntata in onda, domani sera su Italia 1 alle ore 19.00. Oltre al messaggio della conservazione del paesaggio, delle difficoltà logistiche, il contenuto artistico e archeologico, tema della trasmissione è la solidarietà che in queste circostanze diventa determinante. Tra le testimonianze raccolte anche quella dei tre titolari dell'Osteria del Ponte del Diavolo Alberto Barbierato, tornato nella sua terra natia dopo un passato da cameriere, per rilevare il locale che fu dei genitori. Ora il ristorante è un punto di riferimento della cucina tipica lagunare, in quanto è servito ogni giorno dall’unico pescatore della zona Domenico Rossi che quotidianamente con la sua barca consegna crostacei e pesce fresco, diventando quasi un’attrazione per clienti e visitatori. I suoi granchi dentro le nasse hanno viaggiato fino all’Expo dove gli chef Stefano Vianello e Roberto Niero dello staff dell'Osteria Al Ponte del Diavolo, hanno preparato e servito in tempi diversi - secondo la stagionalità - prima le "moeche" e poi le "masanete": fritte nel primo caso con le castraure o bollite condite con prezzemolo nel secondo.

domenica 20 settembre 2015

Flamingo Art Media vince l'Oscar Green Veneto 2015 di Coldiretti con il progetto Habitat#Torcello e va in finale per l'Oscar Green Nazionale



FLAMINGO ART MEDIA , progetto HABITAT#TORCELLO la terra madre di Venezia – 

VINCITORE CATEGORIA PAESE AMICO
 E FINALISTA VENETO PER 
L' OSCAR GREEN NAZIONALE A MILANO A EXPO 2015


L'isola di Torcello, nella laguna nord veneziana, con i suoi pochi abitanti, qualche ristorante, milioni di turisti, tanta bellezza artistica e un solo agricoltore. Un luogo unico che ha catturato l'attenzione di tre giovani artisti della Flamingo Art Media, associazione fondata un anno fa da Andrea Baes, Christian Palazzo, Gianmaria Spavento, che, nel conciliare diversi interessi personali, insieme curano produzioni audiovisive per la valorizzazione del territorio. Nasce così il progetto Habitat che vuole raccontare, con un video, l'esperienza quotidiana di un' oasi straordinaria, definita anche «la terra madre di Venezia» dando voce ai dieci residenti. Nessun sostegno finanziario pubblico se non volontario, a muovere l'interesse dei protagonisti (regista, tecnico del suono e operatore) è l'entusiasmo di chi vive a Torcello. Chi lo considera un paradiso è Paolo Andrich, unico imprenditore agricolo dell'isola.


venerdì 18 settembre 2015

I VOLTI E I NOMI DELLA CINQUINA VENETA DEGLI OSCAR GREEN DI COLDIRETTI. OGGI AL TEATRO VERDI DI PADOVA LA PROCLAMAZIONE DEI FINALISTI. TRA LORO IL CANDIDATO ALLA FINALE NAZIONALE

I VOLTI E I NOMI DELLA CINQUINA VENETA DEGLI OSCAR GREEN DI COLDIRETTI.
OGGI AL TEATRO VERDI DI PADOVA LA PROCLAMAZIONE DEI FINALISTI. TRA LORO IL CANDIDATO ALLA FINALE NAZIONALE


Nel padovano Corinne coltiva rose per far aceto, Valerio e la sua bottega virtuale, Enrico produce birra “100% veneta”. In provincia di Vicenza Roberto coltiva ortaggi coi cristalli. A Venezia tre ragazzi promuovono castraure e moeche in uno spot per salvare l’isola di Torcello

18 settembre 2015 - Gli Oscar Green del Veneto hanno un nome e un volto. La cinquina dell’innovazione in agricoltura sarà proclamata ufficialmente oggi pomeriggio, in occasione della finale regionale al Teatro Verdi quando sul palco riceveranno il premio per il concorso che ha carattere nazionale ed è patrocinato dal Presidente della Repubblica. Ad applaudirli in platea 400 giovani, cento di questa edizione e il resto concorrenti degli scorsi anni. La giuria ha selezionato i finalisti veneti in base a cinque categorie: Impresa 2.Terra, Campagna Amica, We Green, Fare Rete e Paese Amico. “Non è stato semplice – assicura Andrea Barbetta delegato di Giovani Impresa Coldiretti – abbiamo la conferma che sono stati presentati progetti moderni che impiegano alta tecnologia, fuori dall’ordinaria amministrazione attivati rispettando le tradizioni locali, i valori della civiltà contadina. Promossi esaltando le abilità di neo imprenditori agricoli che affrontano il mercato con la saggezza dei lori padri e la responsabilità di chi ha in mano il futuro della salute dei cittadini. Gli agricoltori di nuova generazione – continua Barbetta – vincono ogni giorno la loro scommessa per aver investito in campagna. Per questo di meritano una giornata che è la festa corale della creatività giovanile – spiega Barbetta – Coldiretti, infatti, ha deciso di celebrare questo momento in un luogo che possa esprimere l’arte, la cultura e lo spettacolo di quello che è il nostro mestiere condividendo la fatica e l’entusiasmo di chi sceglie di “intraprendere” anche con altri coetanei, magari sconosciuti ma che hanno tanto da dire, come: Sara Prandin e Simone Tonin fondatori di un’ orchestra alternativa, Martina Battistioli medico ricercatore del Cuamm, Matteo Castioni coltivatore di alghe e produttore di integratori alimentari. Tra gli ospiti ci sarà anche Arrigo Cipriani titolare dell’Harry’s Bar e Attilio Barbieri giornalista di Libero, della pagina di economia e appassionato di agroalimentare. Non ultima Maria Letizia Gardoni presidente nazionale di Giovani Impresa. Per organizzare questo evento Coldiretti ha avuto vicino la Regione Veneto, l’amministrazione comunale di Padova, il Consorzio di tutela del Grana Padano e il Teatro Stabile del Veneto. A fianco anche una banca che guarda al settore da tempo: “In un contesto di lenta ripresa economica, FriulAdria, anche nel 2015, ha continuato ad accompagnare le imprese della filiera agroalimentare con una rete dedicata di specialisti – precisa la responsabile dell’Area Marketing Sandra Ius – Le nostre erogazioni al settore sono cresciute anno su anno del 26%. Il sostegno ha riguardato le principali filiere, dall’ortofrutta al vitivinicolo, dalla carne al latte, ed è servito soprattutto a supportare l’innovazione e l’export. Inoltre, grande attenzione è stata riservata all’imprenditoria giovanile, le cui iniziative sono state sostenute e accompagnate con servizi bancari innovativi”.
Ad animare la serata provvederà il conduttore del “Festivalshow” Paolo Baruzzo e a far scatenare il pubblico ci penseranno gli oltre 60 musicisti under 30 della Gaga Symphony Orchestra con un concerto in programma dalle 20.45, aperto alla cittadinanza, e dedicato tutto alla migliore gioventù.

Sesonrose di Corinne Santaniello, Padova – FINALISTA CATEGORIA IMPRESA2.TERRA
Corinne Santaniello, diciotto anni, studia, come molti suoi coetanei, vive a Padova con la famiglia. Fin qui tutto normale, se non fosse che la ragazza è già titolare di una start up, un’iniziativa che porta il nome di “Sesonrose” e che è stata ispirata da una coppia di arzilli vecchietti. Lei li ha sempre chiamati “nonni”, anche se di fatto non lo erano, si trattava dei vicini di casa adottati come tali. Durante le vacanze estive la coppia ha insegnato alla giovanissima Corinne tutti i segreti dei fiori, in particolare del processo di macerazione delle rose per trasformarle in aceto, confetture e gelatine. Una lezione preziosa ed entusiasmante, che la ragazza ha saputo mettere a frutto potendo contare sul sostegno della mamma Sabina e del fratello. Con un pizzico di innovazione la ricetta dei nonni è stata tradotta in una linea di prodotti raffinati sotto il nome di “Sesonrose”. Si tratta di aceto balsamico, confettura e zucchero, il tutto a base di rose, rosse e profumatissime, rigorosamente bio. Ovviamente è bandito qualsiasi tipo di pesticidi perché le rose, di fatto, “si mangiano”. Ora con la sua famiglia vive tra il profumo dei fiori e le essenze continuando a studiare agraria, proprio per avere tutti gli strumenti e le conoscenze per far crescere la propria idea imprenditoriale.

Fattoria Crivellaro di Valerio Crivellaro, Padova – FINALISTA CATEGORIA CAMPAGNA AMICA
Tutto ha inizio da un piccolo allevamento di vacche da latte con caseificio, nella campagna della Bassa Padovana, a Saletto. Valerio, “figlio d’arte” ha un’intuizione: sfruttare le potenzialità del web per raggiungere i consumatori. Sua l’idea di avviare la vendita on line attraverso una vetrina virtuale aperta 24 ore su 24. Tutti i prodotti dell’allevamento vengono trasformati e confezionati nel moderno caseificio annesso all’azienda. Il latte fresco diventa così formaggio (in particolare il mezzano, stagionato 6 mesi, oltre ad altri prodotti stagionati), ma anche scamorza, mozzarella, stracchino, yogurt e anche gelato. Il tutto minimizzando l’impatto ambientale grazie all’uso di attrezzature altamente efficienti e al riutilizzo degli scarti di lavorazione, facendo ampio ricorso alle energie rinnovabili, dal solare alle biomasse. Banditi sia i pesticidi che i diserbanti chimici, proprio per offrire un prodotto naturale e sano, buono e genuino. Entrare nel negozio virtuale di Valerio è semplice: basta collegarsi al sito www.arzarello.it per conoscere nel dettaglio i prodotti disponibili, ottenere tutte le informazioni necessari e fare acquisti.

Birrificio Antoniano di Enrico Pinton: la birra tutta Veneta, Padova – FINALISTA CATEGORIA FARE RETE
Si chiama “la Veneta centopercento” la prima birra tutta veneta, interamente prodotta con le materie prime delle aziende agricole del territorio. E firmata dal Birrificio agricolo Antoniano di Padova. La particolarità della nuova birra artigianale è l’origine tutta veneta delle materie prime. La società agricola Birrificio Antoniano ha in gestione più di 90 ettari di terreno. In provincia di Padova, da una terra argillosa ai piedi dei Colli Euganei, cresce l’orzo distico selezionato accuratamente, nato da sementi certificate e seguito passo passo nel suo sviluppo dai consulenti agronomici di Coldiretti. L’acqua, che rappresenta il 90% del prodotto, è quella del bacino del Brenta. L’inconfondibile amaro aromatico della birra è donato dal luppolo, una pianta ben nota anche in Veneto col nome di “bruscandolo” o luppolo selvatico, della quale si erano perse le tracce. La Veneta Centopercento è stata accreditata a “Km 0” da un’apposita commissione di Coldiretti Veneto che ha verificato i metodi di produzione e le materie prime da cui nasce questa birra. La birra “la Veneta Centopercento a Km 0” conferma come le produzioni agricole di qualità della nostra regione possano riportare alle radici una bevanda che, prima di tutto, è un alimento vivo dono della terra.

Fattoria didattica e garden “Tari” di Roberto Bidese, l’uomo dei cristalli, Vicenza – FINALISTA CATEGORIA WE GREEN
Azienda tradizionale flovorovivaistica a gestione familiare, fino a quando Roberto e Simonetta hanno deciso di convertire l'attività storica con coltivazione di orticole e dell’erba di grano contro i radicali liberi a favore del rinforzo delle difese immunitarie secondo il metodo ecosistemico: un'avanguardia rispetto al biologico e al biodinamico basato sull'influenza dei cristalli e delle energie della terra. In azienda corsi creativi e misurazione della biovitalità e passeggiate nellabirinto per connettersi ai quattro elementi.

Flamingo Art Media, progetto Habitat: Torcello, la terra madre di Venezia – FINALISTA CATEGORIA PAESE AMICO
L'isola di Torcello, nella laguna nord veneziana, con i suoi pochi abitanti, qualche ristorante, milioni di turisti, tanta bellezza artistica e un solo agricoltore. Un luogo unico che ha catturato l'attenzione di tre giovani artisti della Flamingo Art Media, associazione fondata un anno fa da Andrea Baes, Christian Palazzo, Gianmaria Spavento, che, nel conciliare diversi interessi personali, insieme curano produzioni audiovisive per la valorizzazione del territorio. Nasce così il progetto Habitat che vuole raccontare, con un video, l'esperienza quotidiana di un' oasi straordinaria, definita anche «la terra madre di Venezia» dando voce ai dieci residenti. Nessun sostegno finanziario pubblico se non volontario, a muovere l'interesse dei protagonisti (regista, tecnico del suono e operatore) è l'entusiasmo di chi vive a Torcello. Chi lo considera un paradiso è Paolo Andrich, unico imprenditore agricolo dell'isola.

Sandra Chiarato ufficio stampa Coldiretti